Festa del libro medievale e antico a Saluzzo. Al banco della Mondadori ho selezionato un paio di libri da leggere ai miei bambini: uno di questi è L’armata Brancaleone. La canzoncina Branca Branca Branca Leon Leon Leon è tutto ciò che mi viene in mente, ma non ho idea di che storia ci sia dietro, né cosa voglia dire essere un’armata Brancaleone: mi sono incuriosita!
Troppo complesso per bambini di 2 e 4 anni, l’ho letto io gustandomi le rime, sorridendo per la descrizione dei personaggi, provando ad immaginare il significato delle parole semi-inventate e per la prima volta apprezzando i disegni di Emanuele Luzzati.
Il mio primo incontro con lo stile di Luzzati risale al periodo natalizio del 2010 quando, durante il mio primo anno da studentessa fuori sede a Torino, vidi in Piazza Castello il calendario dell’avvento e il presepe da lui illustrati. Non mi piacquero per nulla. Trovo invece che per la storia dell’armata Brancaleone lo stile di Luzzati sia azzeccatissimo, per via del disordine e dell’instabilità delle figure, che appaiono subito non avere le idee ben chiare, né uno scopo ben preciso.
È poi stato inevitabile guardare il film a cui si rifà il libro (che ha subito delle modifiche nella trama), questo grande classico della commedia italiana, in cui ho ritrovato Catherine Spaak, la Cecilia de La Noia, nei panni di Matelda, e ho apprezzato, fra tutto, le sopracciglia disegnate a Vittorio Gassman. Infine, mi sono divertita a trovare non poche somiglianze fra Abacù e una signora di mia conoscenza: proprio un bel passatempo.